Un anno è passato, un anno è iniziato.
Si ripete anche stavolta il consueto rito di passaggio che, al cambio di calendario, porta inevitabilmente con sé delle valutazioni. Si tirano somme, si pesa ciò che è andato bene con quello che è andato meno bene, si riflette su ciò che poteva essere fatto meglio e quello che, forse, poteva andare decisamente peggio.
Non credo molto nei bilanci “assoluti”. Non esiste un anno terribile e uno eccezionale. Tutti, indistintamente, hanno elementi salvabili e altri che vogliamo lasciarci indietro. E questo vale sia a livello globale che personale. A livello globale inutile ribadire l’ovvio: è stato l’anno del ritorno alle armi per un occidente da molto tempo abituato ad altri tipi di guerre, molto più economiche che fatte di bombe e artiglieria. Stavolta ci siamo trovati davanti a entrambe: le armi e la devastazione che esse portano con sé, ma anche le conseguenze commerciali in termini di costi delle materie prime, incremento del prezzo del carburante e quant’altro.
D’altra parte è stato però anche l’anno della ripresa economica rispetto a periodo pandemico che, seppur non ancora terminato e anzi per molti versi più vivo che mai, ci ha consentito finalmente di riorganizzarci pensando a una convivenza che quantomeno leda il meno possibile agli equilibri economici.
Cose positive e cose negative, come detto. Logiche globali, certo, che tuttavia hanno riverberi più che concreti nelle nostre vite, soprattutto quelle di imprenditori della Piccola e Media Impresa.
Da un punto di vista commerciale abbiamo fruito dei benefici delle riaperture di cui sopra, che hanno sortito effetti positivi nei settori specifici ma anche più in generale nella psicologia di spesa del cliente (finalmente libero da divieti e paure) ma abbiamo subito anche il contraccolpo della guerra in Ucraina, che in prima battuta ha destabilizzato i mercati e poi ne ha variato la fisionomia e gli assetti, a suon di sanzioni e variazioni importanti nei prezzi delle commodity.
Affrontiamo quindi un inizio anno assolutamente inedito sotto molto punti di vista, fatto di carte favorevoli e altre che rappresentano delle vere incognite.
Il destino delle nostre aziende è nelle nostre mani? Sempre. Seppur un po’ di fortuna sicuramente non potrà che giocare.
Certamente le imprese che supereranno felicemente il nuovo anno saranno quelle che come sempre avranno capacità di adattarsi, modificarsi e rendersi plastiche rispetto ai cambiamenti globali sempre più repentini e netti.
A questo punto, piccolo bilancio personale: il 2022 è stato un anno per me complesso, fatto di alti e bassi sotto diversi aspetti. Con Italian Global Solution, l’azienda che dirigo, abbiamo ripensato completamente il modello di business, predisponendolo a un approccio molto più inclusivo per le aziende che parteciperanno al progetto è molto più performante per i clienti che usufruiranno dei nostri servizi.
È stato un anno di investimenti, riflessioni, studio.
Non posso dire sia stato semplice coniugare tutto questo con la vita personale, e so che qualunque imprenditore che leggerà queste parole si riconoscerà in un contesto come questo. Chi fa il nostro lavoro vive periodi che talvolta tendono ad assorbire completamente le energie, fisiche e mentali. Mai come adesso mi rendo conto che il Metodo I.O.I., soprattutto per quanto riguarda la corretta gestione del proprio tempo, sia fondamentale per una sana vita professionale e personale.
Vista così, mi aspetto che il 2023 mi regali una nuova consapevolezza che sento di aver ritrovato proprio nella parte finale dell’anno appena trascorso, sempre cosciente che, senza superstizione ma pura ammissione di fatalismo, non tutto dipenda da noi. Ma da qualcos’altro, o qualcun altro.
Qui, o altrove.
Pertanto, promettendo a me stesso, ai miei cari e ai miei collaboratori il massimo impegno possibile, in tutta onestà mi rivolgo direttamente al nuovo anno: 2023, mi raccomando, confido in te!