“Dura lex sed lex” dice la massima latina attribuita a Socrate.
La legge è dura ma è legge, possiamo tradurre letteralmente.
Ma cosa significa questa massima? Generalmente il valore di questa frase viene attribuito a un concetto in realtà semplicissimo: bisogna rispettare la legge anche quando essa appare fin troppo rigorosa, impegnativa, dura appunto. In questo senso appare quindi come un invito a rispettare le regole poiché esse sono alla base del vivere sociale, dell’accordo fra le parti, dell’appianamento delle liti.
Si può forse discordare? Certo che no. La legge è legge, e va rispettata. L’alternativa è il caos e certamente non è un’opzione valutabile.
Tuttavia esiste un’interpretazione ancora più profonda della massima, un significato più nascosto che molti non vedono e che in realtà, a mio avviso, cela il vero insegnamento che questo monito vuole condividere con chi lo legge: la legge è legge, e segue delle ragioni che superano il bene del singolo.
Sottinteso: la legge è fatta per garantire l’affermazione di un bene superiore che è appunto il bene della collettività.
Pensiamoci bene: cos’altro potrebbe voler dire questa frase se non questo? D’altro canto il rigore di una norma e quel fastidio che proviamo quando essa ci riguarda, e in qualche modo ci limita, si genera quando riteniamo che quella privazione non sia necessaria, che sia quasi ingiusta.
Eppure dimentichiamo che le leggi sono fatte proprio per adattarsi alla realtà sociale, non a quella personale. Pensano al benessere del singolo, è chiaro, ma ancor più al bene del gruppo.
Immaginiamo un caso tipico: il semaforo rosso.
La legge dice che con il semaforo rosso bisogna fermarsi. E fin qui penso non ci siano dubbi o “proteste”.
Immaginiamo adesso un semaforo rosso di notte, su un passaggio pedonale, nessun incrocio con altre vetture, strada deserta.
Da un certo punto di vista, in uno scenario del genere, sembra assurdo dover rispettare una norma che invece, qualora fosse infranta, non danneggerebbe nessuno. Eppure non è così. Perché a quel punto cosa si dovrebbe fare, una legge in deroga?
Divieto di passare col rosso tranne di notte, con comprovata certezza di assenza di pericoli?
Forse. Ma così la norma diventerebbe arbitraria. Ci sarebbe chi si lascia andare a interpretazioni fantasiose, spostando sempre un po’ più in là la soglia di sicurezza e quella della velocità.
Fino magari, malauguratamente, a causare un incidente.
La norma quindi continua ad essere “superflua” nel caso specifico di noi che vorremmo passare col rosso su una strada deserta di notte, ma diventa fondamentale rispettarla nell’ottica del bene collettivo.
Di esempi ce ne sarebbero milioni, questo era solo il primo che mi è venuto in mente.
Quel che conta è la morale che possiamo trarre da tutto questo.
Come imprenditori siamo chiamati a stabilire regole ogni giorno. Regole talvolta ferree, talvolta più morbide. Regole non sempre comprese che, se non spiegate, rischiano di essere mal digerite e generare malumori.
La comunicazione in questi casi è fondamentale perché ogni collaboratore deve percepire fino in fondo che alcune norme interne possono apparire faticose da sopportare ma sono necessarie per il benessere e la continuità dell’azienda, e che la continuità dell’azienda è, in fondo, la vera essenza anche del loro benessere personale.
Anche noi titolari dobbiamo convincerci del fatto che il bene comune, cioè quello dell’impresa, deve essere sempre superiore anche ai nostri stessi interessi, e che ogni deroga a questo principio può diventare un danno per l’attività, nell’immediato oppure a lungo andare.
Ed è bene evitarlo. Perché la legge può essere dura ma mai come un’azienda in crisi.
Alla prossima riflessione.